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martedì 31 agosto 2010

Myridnn

Evocare Merlino può essere molto pericoloso! 
Nessuno ha mai visto il volto di Merlino sebbene l’immagine dell’ultimo dei maghi druidici produca ancora un’idea sfuocata ed imprecisa, pensosa ed enigmatica che incute timore reverenziale, ammirazione, paura, desiderio di averlo precettore; solo lui può generare tutti questi sentimenti allo stesso tempo. I suoi occhi così potenti e ricchi di magia tanto hanno visto e tanto non avrebbero voluto vedere; i suoi pensieri, pensieri buoni o pensieri malvagi, celano la sua origine causa del mistero. 
Merlino richiama la fata Morgana e le sue continue tentazioni, richiama la figura di un mago incantatore, di un personaggio dotato di certi poteri di cui si serve a piacimento, di un Uomo solitario dotato del dono della profezia, dotto ed assolutamente raffinato, dalla vita paradossale, dalla scomparsa incomprensibile, che lascia lo spazio alla crescita di una leggenda fiabesca. 
Merlino é sempre affiancato nelle leggende da una donna di cui é difficile stabilire il nome. Molti la identificano in Viviana. 
Ciò che é certo é che questa donna lo imprigionò per l'eternità. Lei costruì un sepolcro con la promessa che un giorno avrebbe accolto entrambi i loro corpi, ma, ingannandolo ve lo rinchiuse. E', però, strano vedere l'incantatore soccombere tanto facilmente al fascino perverso di Viviana e lasciarsi rinchiudere in una prigione d'aria quando possedeva immensi poteri profetici. 
Le divinità sono sottomesse al destino: devono nascere, compiere la loro missione ed, infine scomparire, per far spazio a divinità più giovani, in questo caso simboleggiate da Viviana. 
Merlino non muore e non morirà mai, é semplicemente messo da parte. 
L'imprigionamento di Merlino simboleggia la scoperta di una vita istintuale. Merlino è visto come l'incarnazione dell'istinto: ecco perché vive nella foresta. L'esempio di Merlino non deve andare perduto: ascoltare la natura é scoprire un nuovo modo di relazione con gli altri, ma anche prendere coscienza del nuovo equilibrio che si deve stabilire tra Natura e Uomo. Un equilibrio in cui vita e morte, reale ed immaginario cessano di essere percepiti contraddittoriamente. 

Questo é il punto, la radura sacra in mezzo alle foreste, dove Merlino ci parla ancora oggi. 
Merlino è stato dipinto come un saggio, come un pazzo, come un mago, come un demone. Emblematico è il modo in cui Merlino compare nella leggenda: egli nasce dall'unione di una vergine con un demone. Questo fatto gli conferisce la facoltà di conoscere sia il passato che il futuro, e fin dai primi giorni di vita egli sa bene qual è il suo compito nella storia. Egli conosce bene la sua missione che è intimamente legata al ripristino dell'antica tradizione. E per questo compito egli sa bene che deve trovare una persona idonea ad essere preparata per un incarico quanto mai difficile: istituire la famosa tavola rotonda che darà il via alla conquista, al ripristino dell'antica esperienza ancestrale. 
Ma chi è dunque Merlino? Nel cercare di penetrare l'identità di un personaggio descritto nei modi più svariati dalle leggende medievali e preistoriche, si delinea la figura di un individuo che sta in bilico tra visibile e invisibile, tra scienza e magia, tra bene e male. Una sintesi fra l'uomo di scienza e il mago, e non ci stupisce che la figura del druido incarni le stesse caratteristiche. Ma ciò che rende Merlino un personaggio particolare è l'attualità del suo ruolo. Egli non è un personaggio avulso dalla storia. Al contrario, le sue caratteristiche lo rendono attuale in ogni tempo, perché in ogni tempo sono esistiti, ed esistono, uomini che cercano di dare un senso alla propria vita e si inoltrano in un percorso di ricerca senza limiti né confini. 
In definitiva, Merlino è il ricercatore che vive in ognuno di noi, il filosofo che emerge quando sentiamo il bisogno di dare una risposta ai nostri interrogativi esistenziali, senza intermediari e senza steccati ideologici. Il Graal, ancora una volta, diventa lo strumento conoscitivo per eccellenza che, nelle mani del mago Merlino, rappresenta la speranza di un futuro migliore per l'umanità. 
Ma Merlino non agisce in prima persona: ha bisogno a sua volta di un mezzo operativo, rappresentato da Artù. E approdiamo così al terzo elemento-chiave: la saga di Re Artù. Artù è il personaggio su cui Merlino investe tutte le sue energie fin dalla nascita. La vita di quest'ultimo ha infatti l'unico apparente scopo di preparare Artù, fin dal suo concepimento, al futuro regno. 
Per questo fine Merlino si ingegna a creare le condizioni idonee affinché Artù sia concepito, successivamente ne ottiene l'affidamento e lo istruisce fin dalla più tenera età per trasformarlo nel guerriero più valoroso del mondo. 
La simbiosi che esiste fra Merlino e Artù fa pensare ad una identificazione dei due personaggi, visti come due parti di un unico individuo: quella sacerdotale e quella guerriera. Tutta la vita di Merlino farebbe propendere per questa ipotesi: Merlino passò la prima parte della sua vita in completo isolamento, si dice nel cuore della foresta di Broceliande, in Bretagna, a formarsi spiritualmente. 
Si dice che colloquiasse con gli alberi e con gli animali. Si dice che ereditò l'antica conoscenza del popolo dei megaliti. Si dice che fu lui, con la sua magia, ad erigere i grandi massi del tempio di Stonehenge.... Ma nella seconda parte della sua vita egli si dedica ad un unico obiettivo: l'addestramento di Artù. Non è forse facile pensare ad un monaco che, dopo aver raggiunto le più alte vette della conoscenza interiore, decide di sviluppare la parte mancante, cioè il guerriero, per aiutare l'umanità nel suo cammino evolutivo? 
Sta di fatto che Artù, divenuto re, sotto la guida saggia di Merlino, istituisce la tavola rotonda attorno cui raduna i suoi più fidati e valorosi cavalieri, allo scopo di conquistare il Graal e di istituire il più grande e più illuminato regno della storia preludio del ritorno dell’Era dell’Acquario. 
Ho già scritto e parlato dell’Era dell’Acquario e ciclicamente ricorre la lotta tra il Drago rosso e quello bianco che si combattono di fronte al castello sul lago avvolto dall’alito dei due Draghi. Una musica ritmica invitava a danzare e il soffio del vento Ruah sibilava nelle orecchie di Merlino. 
I cavalieri, lordi del sangue dei nemici, sedevano accanto al loro Re mentre una giovane donna danzava al centro dell’ampia sala. 
Gli occhi verdi, i capelli fluenti, il corpo sinuoso danzante annebbiavano la vista del Re vincitore mentre accanto a lui i cavalieri tacevano comprendendo come la passione lo aveva conquistato.Il ventre della donna si muoveva sensualmente mentre la musica saliva alla testa con lo stesso ardore del sangue che fluiva nelle vene. 
Gli ancestrali boschi erano il luogo della conoscenza, ove avveniva l’amplesso tra Myriddn (Merlino in gaelico) e Viviana. 
Lettore ignaro guardati in giro e capirai! I simboli sono dappertutto e potrebbero spaventarti. 
Forse un giorno Ti spiegherò chi sono e quale è il mio credo, forse lo intuirai da solo/a, forse crederai che io sia un po’ come lui. 
Leggi, leggi, leggi e rileggi ed un giorno scoprirai cosa ho voluto dirti. 
Ricordati io so sempre ciò che Tu stai pensando ed in questo momento non compiere passi incerti vivi la Tua Natura. 

Occhi di fuoco sono sopra di Te e stanno tessendo il più bello degli amori. 

L’Era dell’Acquario per Tua conoscenza è già iniziata!! 

Il tunnel del Tempo

Il primo viaggio

Immune dalle emozioni provocate da una cruda verità fotografica per non averle vissute e privo dell'esperienza fatta in diretta, mi sono trovato in questi giorni di fronte, forse, alla più grande trepidazione della mia vita.
Il tempo coperto da cinquantasei anni è stato come chiuso e colmato.
Nei miei occhi esisteva solo ciò che era stato indotto dai racconti e dalle scarne ed impersonali immagini fotografiche, ma ad un tratto tutto si è materializzato. Il tempo ha preso corpo ed era lì; fissato nell'ultima posizione come in quel giorno fu fermato. Per giorni mi ero preparato a riunirmi a tale verità non vissuta, ma in presenza dell'immagine del tempo non ho potuto far nulla.
Di colpo mi sono ritrovato sbalzato, alla velocità dell'iperluce, nel tunnel del tempo sulle cui pareti erano proiettati, come in un film, migliaia di momenti, di ricordi, di avvenimenti, di emozioni e di sensazioni della mia vita e di quella dei miei cari. Pur viaggiando ad una velocità misteriosa mi è stato permesso di godere tutto quasi come se le scene si aprissero con la lentezza e la cadenza del tempo che conosco e che ha distinto il loro svolgersi.
Giorni e notti sono passati davanti ai miei occhi immersi in una luce che non era luce, in un buio che non era buio.
L'esperienza, con la quale avevo un appuntamento da sempre, si è presentata unendo, come ipotizzava Einstein, due universi paralleli o due punti dello stesso universo non ineluttabilmente distanti, ma unici nella loro singolarità.
L'emozione si è mostrata a lento rilascio ed oggi, mentre scrivo, mi sembra molto più forte di quando l'ho vissuta.
Proiettato nel tunnel con gli occhi sbarrati ho sentito la mente che si spopolava di tutto e, nel medesimo istante, che si iper affollava.
Cari amici tutto è relativo e l'iscrizione "Terribilis est locus iste" potrebbe essere tradotta liberamente in "Com'è terribile questa vita"!

sabato 28 agosto 2010

In bicicletta

In questi giorni di costruttivo ozio il giro in bicicletta è un appuntamento. 
Il vagare per strade e stradine che normalmente non frequentiamo durante l’anno ci porta a scoprire la storia, l’economia e l’industria della nostra cittadina. 
Insegne di vecchi opifici, di magazzini e di antichi negozi lasciano subito intendere come la nostra vita è cambiata. Arrugginite e decadenti sovrastano ancora oggi le invecchiate strutture che, fino a qualche decennio fa, erano piene di vita. Mentre pedalavo riflettevo sulla laboriosità in quei luoghi, di quelle genti che con il loro lavoro artigianale hanno realizzato pezzi d’arte. In passato queste “ botteghe” erano i fiorenti luoghi dell’industria dei falegnami, dei mobilieri, dei commercianti che li fornivano di attrezzi e di prodotti consentendogli di modellare un grezzo pezzo di legno di noce in uno splendido manufatto. 
Sul tavolo, assieme a scalpelli e pialle, barattoli di cere pregiate confezionate seguendo ricette segrete tramandate da nonni e padri occupavano altri spazi profumando l’aria di essenze oggi proibite. Tutto questo mondo febbricitante di lavoro non esiste più. La sega elettrica, il laminato e tinture sintetiche hanno sostituito la creatività di quei falegnami. 
Pedalando mi sono così ritrovato a pensare alle corporazioni dell’antiche città italiane quando ogni compagnia di artigiani si riuniva sotto un’insegna dettando statuti e ordinamenti si faceva poi proclamare dal Senato cittadino. Poi il pensiero ha preso la direzione verso i “maestri costruttori”, i “Maçons” delle cattedrali gotiche ……padroni di un sapere a noi precluso. 
Un senso di angoscia mi ha così avvolto e la bicicletta non filava più come all’inizio. 
Nel frattempo ho perso altre insegne, ma domani ripercorrerò le medesime viuzze per leggerne altre. 
Da lontano vedo arrivare il mio vecchio restauratore di mobili ….. non ha più il grembiule pieno di colla e non sa più di trementina…..è ben vestito e ha l’aria di un piccolo “signorotto” di paese. 
L’unica cosa che non ha smesso è di parlare in dialetto e mi saluta con un sonoro: ”Bun dì sciur Dutur”!!! 


mercoledì 25 agosto 2010

Meridiane

"Tempus fugit"

In una corte medioevale di un monastero benedettino ricco di storia due meridiane segnano il tempo ancora oggi. L’originalità del doppio orologio solare non è collegata al periodo abbaziale, ma al lusso di chi l’abitò successivamente che avrebbe avuto per tutta la giornata la cognizione del tempo.
Osservandole ….. un pensiero melanconico ha preso il sopravvento e …….. mi è sembrato ieri quando mio padre mi regalò un cagnolino, quando mi svegliò durante la notte di un Natale per annunciarmi che c’era una fiammante macchina a pedali rossa sotto l’albero.
Senza accorgermi del  salto temporale mi è sembrato ancora ieri quando studiavo chimica con il mio più caro amico alle scuole superiori e poi all’ Università.
Mi è sembrato ieri…. il giorno che mi sono laureato, il primo giorno di lavoro, il primo viaggio oltreoceano, il primo incontro con gli amici che oggi mi invitano a visitare dimore storiche con due meridiane.
Un’altra meridiana mi ha sedotto ultimamente …… sopra c’era un motto latino significativo …..”Tempus Fugit”.
Sì! Il tempo fugge e lo scorrere dei decenni tradisce inesorabilmente!
Mi sembra che sia passato un tempo infinito da quando ho iniziato a scrivere  …. ma è solo una sensazione dello sbalzo nel tunnel del tempo sulle cui pareti sono stati  proiettati, come in un film, migliaia di momenti, di ricordi, di avvenimenti, di emozioni e di sensazioni della mia vita.  Pur viaggiando ad una velocità misteriosa mi è stato permesso di godere tutto …… quasi come se le scene si aprissero con la lentezza e la cadenza del tempo che conosco e che ha distinto il loro svolgersi.
Mi sembra ieri quando  mio padre mi fece trovare il mio primo fungo …… ed oggi ancora qualcuno, per la sua prima volta, l’ha trovato con me.
Guardo l’orologio……è tardi …. il tempo è passato senza accorgermi, ma lasciandomi un ricordo in più.

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