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venerdì 18 febbraio 2011

Arbos genealogica metallorum

L’immagine dell’albero qui rappresentato è ispirata alla costruzione dell’albero filosofico emblema delle “sefirote” del luogo ove si congiungono le forze di congiunzione poste l’una di fronte all’altra sedute sui differenti rami. La fantastica immagine è riportata nell’opera di Johan Daniel Mylius “Anatomia Auri” edita a Francoforte nel 1628 da Luca Iennis.


Sul primo ramo di destra è seduto lo Zolfo (A), l’origine di tutto, dalla cui bocca esce un soffio infuocato. Al medesimo livello, ma sul ramo opposto, siede il Mercurio (B), materia prima, raffigurata con le ali ai piedi. Dalla loro congiunzione ”Ex coniugo horum” sono raffigurati, al livello superiore e in modo opposto, i figli [figlio (D)e figlia (C)] che raffigurano lo stato sublimato ovvero purificato dei loro avi. Essi sono coronati e, rispettivamente, il figlio ha sul capo delle corna mentre la figlia mostra uno sguardo carico di turgido livore. Dalla loro unione nasceranno altri figli che occupano il terzo livello; (F) il figlio ed (E) la figlia ambedue portano sul loro capo le tre corone simboli dei tre regni della natura (l’animale, il vegetale e il minerale). Le figure del terzo livello raffigurano quindi uno stato di completezza ovvero di maturità dalla quale poi nasce un figlio (G) a sua volta tre volte coronato come gli avi e il cui temperamento appare calido & siccum . Il terzo livello rappresenta la tintura lunare dalla quale si otterrà la tintura aurea simboleggiata dalla figura posta in cima all’albero (H). Lo stato finale è lo stato della perfezione della natura e dei suoi tre regni
L’enigma dell’albero filosofico è così svelato sottolineando le affinità parentali che esistono nell’evoluzione dei metalli che da grezzi passano allo stato di perfezione raffigurato dall’oro, dal Sole, dal “ Lapis Philosophorum”.

“Ego sum elisir ad rubeum trasmutans omnia corpora in perfectum & purissimum aurum melius quam de minera.” 

domenica 6 febbraio 2011

Banchi di scuola


Era l’epoca in cui amavo la chimica in modo puro. L’entusiasmo era tanto e assieme ad uno di voi studiavo la chimica organica, la chimica generale e tante altre chimiche. Ogni cosa ci appassionava e tra una canzone dei Beatles, tamburellata con una matita, e una tirata di Nazionali blu senza filtro il tempo scorreva. Così sono passati giorni, mesi ed anni. Anni meravigliosi dove la purezza di due giovanissimi futuri chimici li portava ad essere un esempio per altri. Tutto doveva concludersi e solo dopo molti anni facendo pulizia nei cassetti abbiamo riscoperto “premi come migliori alunni nell’anno 19…” appunti pieni di annotazioni ermetiche e frasi goliardiche che ancora oggi ci fanno ricordare l’unica disgraziata donna che aveva scelto di seguire con noi il percorso della chimica. Arrivò l’Università e anche lì, tra matricole da notte di San Bartolomeo, perpetrate da futuri Ministri della Repubblica e illustri Professori di Medicina, fummo colti dal sempre più complesso linguaggio geroglifico. Tracciare una struttura di una molecola era diventato come eseguire uno schizzo della Gioconda. Qualcuno, oggi oramai vecchio professore, ci guardava incredulo e incuriosito si spingeva a domande strane per vedere se era possibile sapere se eravamo “dopati” o se eravamo noi stessi….. Al professore dell’epoca, che oggi incontriamo all’inaugurazione dell’Anno Accademico direi in un orecchio:” ……one eravamo più intelligenti di te e soprattutto amavamo la chimica in modo puro”. Che belli quei tempi! Ma la cosa più bella era quando dovevamo esprimere il nostro sapere per iscritto e allora vedevamo cosa significava il panico. Tutti volevano stare vicino a noi perché in tal modo avrebbero potuto copiare. “Copioni!!!!!!!” “Emulatori di un sapere che non vi è mai appartenuto”.
 
Ecco perché la chimica non è più quella di una volta …… si è svuotata di entusiasti, di innovatori, di gente che guardando una molecola la sa dividere e ricostruire seguendo vie diverse da quella con la quale era stata fatta o dalla natura o da qualche surrogatore della natura chiamato in breve “chimico”. 
Questo scritto è dedicato a: un chimico che tamburellava i Beatles e che oggi sa tutto su gli alcaloidi. Un chimico che quando lo vedo a Shangai scoppio a ridere per lo spavento che si è preso dopo una goliardata fatta ad un illustre professore dell’Alma Università Ticinense e a un chimico più vecchio di noi, ma che (FRFRFRFRFR….suono onomatopeico) con un colpo d’occhio divide e ricostruisce mirabilmente qualsiasi molecola. Per non sembrare maschilista anche a due donne che operano accanto alla più bella città del mondo sebbene una sia importata e l’altra indigena. 
Ai copioni non posso dedicare nulla sono tutti sublimati come sublima la naftalina