Già il titolo pone una questione!
E’ l’ esito del correttore informatico, che ha eseguito un’elisione trasformando “ozonoterapia” in onoterapia, o è giusto? Si parla veramente di terapia con gli asini o è una burla?
Beh! Sgomberiamo subito il campo da ogni dubbio. Sì! Vogliamo parlare specificatamente di asini e delle loro peculiarità farmaceutiche!
Prima di iniziare a parlare dell’impiego terapeutico dell“equus asinus domesticus” cercheremo di dare alcune informazioni generali rendendo noto delle tre razze principali e della fiumana di sottoclassi che prendono vita dalla zona o dalla contrada in cui l’equino ha trovato sviluppo. Dal punto di vista regolatorio questo potrebbe significare che ogni asino avrebbe un uso differente….ma sorvoliamo.
Sull’animale se ne sono dette infinite e non è mai mancato nei bestiari medioevali, rinascimentali e moderni. Il successo della sua onnipresenza è collegato al fenomeno che induce negli uomini….. la facilità con cui quest’ultimi si immedesimano in lui. Fra coloro che hanno scelto, come ragion di vita, l’emulazione dell’equino è nata la condizione degli “asino maniaci” facilmente riconoscibili dall’ utilizzazione continua, nel loro modo di comunicare, del ragliare. Certuni, infatti, hanno tanto di quel talento che è sconcertante come sia diventato, per loro, un segno distintivo. Non contenti altri si sono inventati l’“asinopoli” una sorta di Club dove si riuniscono e saltuariamente si esercitano a meglio avere una relazione privilegiata con il quadrupede.
La nostra disquisizione vuole porre l’accento sull’utilità dell’onoterapia nel curare i disturbi della personalità di cui molti, nella collettività umana, soffrono. Attenzione però perché l’overdose del “farmaco” può incidere sullo stato somatico dando vita al modo di dire popolare: “E’ proprio un asino!”.
Dar credito al raglio degli asini è comunque sempre un errore !
E’ l’ esito del correttore informatico, che ha eseguito un’elisione trasformando “ozonoterapia” in onoterapia, o è giusto? Si parla veramente di terapia con gli asini o è una burla?
Beh! Sgomberiamo subito il campo da ogni dubbio. Sì! Vogliamo parlare specificatamente di asini e delle loro peculiarità farmaceutiche!
Prima di iniziare a parlare dell’impiego terapeutico dell“equus asinus domesticus” cercheremo di dare alcune informazioni generali rendendo noto delle tre razze principali e della fiumana di sottoclassi che prendono vita dalla zona o dalla contrada in cui l’equino ha trovato sviluppo. Dal punto di vista regolatorio questo potrebbe significare che ogni asino avrebbe un uso differente….ma sorvoliamo.
Sull’animale se ne sono dette infinite e non è mai mancato nei bestiari medioevali, rinascimentali e moderni. Il successo della sua onnipresenza è collegato al fenomeno che induce negli uomini….. la facilità con cui quest’ultimi si immedesimano in lui. Fra coloro che hanno scelto, come ragion di vita, l’emulazione dell’equino è nata la condizione degli “asino maniaci” facilmente riconoscibili dall’ utilizzazione continua, nel loro modo di comunicare, del ragliare. Certuni, infatti, hanno tanto di quel talento che è sconcertante come sia diventato, per loro, un segno distintivo. Non contenti altri si sono inventati l’“asinopoli” una sorta di Club dove si riuniscono e saltuariamente si esercitano a meglio avere una relazione privilegiata con il quadrupede.
La nostra disquisizione vuole porre l’accento sull’utilità dell’onoterapia nel curare i disturbi della personalità di cui molti, nella collettività umana, soffrono. Attenzione però perché l’overdose del “farmaco” può incidere sullo stato somatico dando vita al modo di dire popolare: “E’ proprio un asino!”.
Dar credito al raglio degli asini è comunque sempre un errore !